Il manifesto fondativo

Le nostre priorità: riprendiamoci la Libertà e l’orgoglio di essere italiani

L’11 marzo del 2020 l’OMS per voce del direttore generale l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus dichiarava il coronavirus pandemia.

Da allora iniziava una politica mondiale, che vedeva l’Italia in prima fila, di restrizione fino all’annullamento della libertà con la violazione ripetuta dei diritti naturali inviolabili e della libertà di manifestare il proprio dissenso previsto dall’ art. 21 della nostra Costituzione.

Tutti abbiamo vissuto personalmente sia nella vita privata che sul lavoro l’obbligo vaccinale e di green pass a cui ci siamo ribellati: non abbiamo porto il nostro braccio per farci inoculare un siero spacciato per vaccino non ancora testato e di cui abbiamo già visto gli effetti negativi sulla salute e chissà se nel futuro ne vedremo altri.

La cosa più grave è stata poi la costrizione a vaccinarsi per poter andare a lavorare o fare continui tamponi di base a proprie spese e chi non lo faceva veniva sospeso dal servizio.

Il 24 febbraio del 2022 invece abbiamo assistito allo scoppio del conflitto russo-ucraino dove, dopo anni di repressione militare e vessazioni dal governo di Kiev verso la comunità russofona e russofila del Donbass, la Russia è dovuta intervenire per difendere i propri fratelli.

Da subito però è stato chiaro che il conflitto era stato alimentato e creato ad arte da anni per costringere la Russia ad intervenire dandole subito lo status di paese aggressore che violava l’integrità territoriale dell’Ucraina.

A sostegno di questa tesi vi è lo schierarsi da subito in maniera massiccia dei paesi della Nato guidata ad arte dagli Stati Uniti d’America per modificare il quadro geopolitico mondiale.

Noi riteniamo che l’unico modo per uscire dal conflitto russo-ucraino, che potrebbe sfociare pericolosamente in un conflitto mondiale, è aprire un tavolo di pace che riconosca la Crimea come regione russa come sancito dal referendum del 16 marzo del 2014 e concedere lo status di repubbliche autonome del Donbass di Donec’k e Luhans’k su modello della Catalogna o meglio della Repubblica di San Marino.

Dare quindi all’ Ucraina lo status di paese neutrale che faccia da cuscinetto geopolitico tra i paesi europei Nato e la Russia.

Il passaggio dell’Ucraina nella Nato farebbe al contrario aumentare la tensione e il conflitto fino a livelli impensabili che potrebbe portare alla fine ad un vero scontro tra Occidente e Oriente che coinvolgerebbe anche il gigante cinese e gli altri paesi alleati della Russia.

Per quanto riguarda le riforme indispensabili dal punto di vista politico, amministrativo e fiscale, noi punteremo su un concetto di fondo riportato anche nel nostro simbolo: Prima l’Italia!

Crediamo infatti che l’Italia debba diventare uno Stato confederale sul modello della Svizzera inserita in contesto di un’Europa anch’essa confederale con un esercito unico europeo, che ci libererebbe dal fatto di essere un vero e proprio satellite degli U.S.A con basi militari non solo Nato, ma anche americane presenti anche nel nostro paese.

Ricordiamo a buona memoria che nel 1991 mentre fu sciolto il patto di Varsavia, la Nato al contrario aumentò la propria presenza con il passaggio dei paesi dell’ex Patto di Varsavia nella Nato stessa.

Oggi l’Unione Europea ha una politica economica comune che però non può essere una serie di diktat a cui sottostare senza considerare le caratteristiche socio-economiche e territoriali di quel paese, un esempio per tutti è la direttiva europea Bolkestein sulle imprese balneari!

Per quanto riguarda invece le riforme interne che il nostro paese necessita, riteniamo che la riforma madre sia quella della sburocratizzazione del sistema amministrativo statale semplificando i procedimenti e diminuendo le leggi in merito, ma soprattutto inserendo la meritocrazia come elemento unico per avanzamento di carriera e funzioni dirigenziali: oggi invece si fa ancora carriera in molti ambiti tramite raccomandazione o solo per anzianità.

Occorre una drastica riduzione dell’imposizione fiscale con semplificazione ed accorpamento delle varie imposte. Serve favorire l’impresa e l’iniziativa individuale con finanziamenti mirati in particolare verso le start up dei giovani imprenditori con prestiti d’onore.

Lo Stato deve fare poche cose e buone ed essere elemento di controllo e regolatore per evitare lobby e cartelli che condizionano il mercato.

Ci batteremo per la difesa della famiglia naturale e tradizionale e dei valori antichi che essa rappresenta.

Ci batteremo per la difesa dei nostri confini territoriali e della nostra cultura e contro l’immigrazione clandestina che non è più tollerabile.

Vogliamo tramite una proposta referendaria o una legge di iniziativa popolare far cessare lo sfruttamento della prostituzione favorendo ostelli del piacere autogestiti garantendo controlli sanitari e legalizzando il mestiere più antico del mondo portando fra l’altro una grande gettito fiscale nelle casse dello Stato.

Queste ed altre sono alcune battaglie su cui ci impegneremo, ma dovremo sempre partire da due sole parole: Libertà e Prima l’Italia.

Il nostro simbolo è rappresentato da un lupo per ricordarci la sua natura che dovrà essere anche la nostra: liberi e non addomesticabili.

W la Libertà W l’ Italia.